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Ex Ipi e piazzale Inps a Cuneo: polo scolastico e culturale o cementificazione?

CUNEO

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Riceviamo da Ugo Sturlese, consigliere comunale del gruppo Cuneo per i beni comuni e Riccardo Sartoris, presidente del Movimento Consumatori sezione di Cuneo: "Poche settimane fa una Determina dirigenziale, in applicazione di una Variante al Piano Regolatore (n° 23 e successive modifiche) introdotta dalla maggioranza nel 2016, dava inizio alla procedura di accoglimento dello strumento esecutivo convenzionato di iniziativa pubblico-privata, relativo alla ristrutturazione edilizia-urbanistica di una vasta area che comprende la piazza antistante l’ospedale di Cuneo (4200 m2 di proprietà privata di una società), i Giardini Don Stoppa (area a verde pubblico esistente), gli edifici ex-Ipi su via XX Settembre, su via Monte Zovetto e via Quintino Sella (3540 m2 di proprietà della Provincia).

Il Piano prevede l’abbattimento degli edifici ex-Ipi, dei quali uno a tre piani, con ingresso all’angolo fra via XX Settembre e via Monte Zovetto, di sicuro valore storico-architettonico, costruito nel 1935, valido esempio di architettura razionalista e la costruzione di alcuni edifici ad alto indice di utilizzazione (oltre 2mq/mq) per un altezza di 6 piani più attico e per una superficie utile lorda di 7200 mm2 (5100 in proprietà alla Provincia, 2100 in proprietà alla società), pari ad un insediamento di 225 abitanti. In sostanza un insediamento molto pesante (in un’area già abbastanza congesta) e incombente sulle finestre delle aule del vicino liceo, la cui luce verrebbe sicuramente limitata.

La Provincia si avvarrebbe dei proventi derivanti dai palazzi di nuova costruzione per destinarli a non meglio specificati investimenti scolastici. I Giardini Don Stoppa manterrebbero l’attuale destinazione, mentre l’area della piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, dismessa dalla società gratuitamente al Comune, sarebbe destinata a verde pubblico, salvo una quota di 800 m2 (circa 40 posti macchina) destinata a parcheggi pubblici e computata come opera di urbanizzazione impropriamente, avendo la società costruttrice già ottenuto in cambio della cessione della piazza il permesso di costruire 2100 mq sul lato di via Quintino Sella.

A questo punto, considerata anche l’aleatorietà di tali previsioni dato che l’attività edilizia a Cuneo pare ristagnare e molti sono gli alloggi invenduti o non utilizzati, ci si chiede quali vantaggi ricavi da questa operazione (che in parte si può definire di speculazione pubblica, almeno nelle intenzioni) la comunità cittadina o se al contrario non prevalgano gli aspetti negativi. A parte l’effetto di cementificazione pesante in un luogo delicato della città ed il possibile aumento del consumo di suolo a seconda dell’ubicazione dei garage privati, non ben individuabili nella cartografia, i cittadini si vedrebbero privati di una vasta area di parcheggio in prossimità dell’ospedale, prevista dalle Norme d’attuazione (Art. 44.03 Vs1= 4.200 mq, piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto, in dismissione gratuita al Comune, con destinazione a verde (mq. 3.879) e parcheggi pubblici interrati e di superficie); la popolazione studentesca si troverebbe a frequentare la scuola in condizioni di maggior disagio e in parte costretta ad utilizzare sedi lontane (4 aule oggi sono in via Mazzini); la città perderebbe una importante testimonianza della propria storia (edificio ex-Ipi), recentemente valorizzata in un convegno organizzato nel 2015 dalla Provincia stessa.
 
Da queste considerazioni sono nate le nostre osservazioni alla Determina in oggetto, presentate il 10 agosto, che in sostanza richiamano:

1) la necessità da parte della Provincia di ottenere l’autorizzazione preliminare dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Culturali del Piemonte che dovrà dare il suo parere secondo quanto previsto dalle leggi vigenti. Tale aspetto non è di poco conto dal momento che il decreto legislativo 22 gennaio 2004, prevede all’art.12- comma 1-un procedimento ben specifico per la verifica dell’interesse culturale dei beni, opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni, se mobili, o ad oltre settanta anni, se immobili, di proprietà dello Stato, di Regioni, Province, Comuni, altri Enti pubblici e delle Persone giuridiche private senza scopi di lucro. Il termine di settanta anni è stato introdotto dall’art.4- comma 16-del decreto legge n.70 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n.106 del 2011, in sostituzione del precedente termine di cinquanta anni unico per beni mobili ed immobili;

2) l’obbligo a che i parcheggi pubblici di pertinenza relativi ai circa 7.000 mq residenziali previsti con il nuovo intervento con circa 100 nuovi alloggi siano considerati come un sovraccarico urbanistico da aggiungere agli esistenti 200 parcheggi che sono indicati nelle tavole allegate al Pec come urbanizzazioni esistenti in gran parte a servizio degli utenti dell’ospedale S. Croce. Di conseguenza, considerato che l’area diverrà di proprietà comunale, e la proposta del Pec prevede che l’attuale piazza con 200 posti macchina sia trasformata in parte a zona parcheggio con soli 40 posti auto e la rimanente adibita a verde pubblico, ne conseguirà un grave danno per tutti i residenti e per tutti quelli che per accedere all’ospedale usano il parcheggio esistente;

3) l’esigenza di una migliore e più dettagliata definizione delle destinazioni d’uso dei singoli piani dei due fabbricati in progetto, ivi comprese quelle dei piani sotterranei che non risultano indicate nelle planimetrie, così come non è individuata la posizione dei parcheggi privati di competenza di ciascun comparto edificatorio. Per non parlare della “fantasiosa” destinazione a cantine dei primi piani, che costituisce una curiosa soluzione, unica nel suo genere e non prevista dalle Norme d’Attuazione.
 
Infine vogliamo sottolineare che non abbiamo voluto mantenere le nostre osservazioni  nell’ambito dei rilievi critici, richiesti dalla formale procedura di accoglimento del Pec, ma abbiamo avanzato una precisa proposta volta a suggerire soluzioni innovative di sicuro interesse per la comunità cittadina ed in particolare per il mondo della scuola e della cultura. Al termine di una breve ma intensa fase di consultazione con operatori della scuola, dei beni culturali, delle professioni e con semplici cittadini “competenti” abbiamo elaborato questa proposta che presenta a nostro giudizio alcuni elementi qualificanti: riduce il numero degli abitanti insediati (circa 100 in meno rispetto ai 225 previsti), mantiene una volumetria edificatoria invariata, ma destinando 3000 mq a servizi scolastici sui 7200 mq complessivi, conserva l’utilizzo a parcheggio gratuito dell’intera piazza Cavalieri di Vittorio Veneto a servizio anche del vicino ospedale, ma soprattutto crea un polo scolastico unitario fruibile dalle scuole superiori di grande valore architettonico e funzionale, conservando e destinando a servizi scolastici l’edificio ex-Ipi, testimonianza della diffusa architettura razionalista (della quale è espressione anche l’edificio del liceo).

La soluzione viene incontro inoltre ad una crescente necessità di aule scolastiche da parte del liceo (che già aveva fatto richieste in tal senso) e di altri istituti. La connessione fra i due edifici vicini, la grande superficie utilizzabile nell’edificio ex-Ipi, la disponibilità multifunzionale del piano seminterrato offre suggestioni che dovrebbero essere sviluppate in modo creativo per la migliore fruizione da parte di una vasta popolazione studentesca e dell’intero Quartiere Cuneo Sud".  

Riccardo Sartoris, presidente del Movimento Consumatori sezione di Cuneo

Ugo Sturlese, consigliere comunale del gruppo "Cuneo per i beni comuni"

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Leggiamo tra l'altro nel documento allegato inviato al sindaco:

"Un'amministrazione pubblica quale è la Provincia dovrebbe dare l’esempio nel recuperare, valorizzare e ristrutturare il proprio patrimonio architettonico-ambientale e culturale esistente e quindi non è accettabile che la proposta del Pec possa diventare attuativa non tenendo in considerazione la presenza dei licei classico e scientifico che si affacciano su via Monte Zovetto, considerando che i fabbricati in progetto, con la loro altezza di 6 piani f.t.+ attico e con il loro volume, incideranno in modo negativo sulla vivibilità dell’iter scolastico degli alunni e dei docenti  e, conseguentemente, le aule avranno una ridotta luminosità rispetto a quella esistente con il prospiciente fabbricato ex Ipi di altezza di 3 piani f.t.

Ne consegue che la Provincia avrebbe dovuto tenere conto che attualmente i licei classico e scientifico ed altre scuole affittano, per mancanza di aule e spazi adeguati, provvisoriamente altri locali dislocati in varie zone della città e perciò, a maggior ragione, si ritiene utile e vantaggioso per la città ed i cittadini riutilizzare, recuperare, ristrutturare e valorizzare il fabbricato esistente ex-Ipi che dispone di circa 3000 mq. di Sul suddivisa nei tre piani f.t. ed altri circa 1000 mq. al piano interrato, che collegati ed integrati  alla struttura liceale esistente potrebbero creare un unico ed irripetibile complesso scolastico centrale e funzionale.

Per quanto riguarda la monetizzazione da realizzare con la costruzione della Sul residenziale e terziaria da realizzare, considerato che la Provincia può disporre di una quota di competenza di Sul pari a 5.100 mq e la differenza dei rimanenti 2100 mq di nuova costruzione potrebbe essere individuata con un unico fabbricato disposto lungo la via Quintino Sella con l’aggiunta della quota di competenza della società di mq. 2.100 mq, per un totale di Sul complessiva mq. 4200 per i due comparti edificatori, con minor consumo del suolo e con la possibilità di realizzare i parcheggi pubblici nell’area di pertinenza dei comparti edificatori in modo da evitare la riduzione del parcheggio pubblico esistente nel piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto.

Concludendo i sottoscritti ritengono che nell’attuazione della proposta del Piano Esecutivo Convenzionato (Pec) non siano rispettati i principi fondamentali dettati dalla legge 241/1990 e che devono guidare l’azione della pubblica amministrazione: legalità, economicità, efficacia ed efficienza, pubblicità e trasparenza".

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