TERESIO ASOLA - A 57 anni non sapere più rispondere alla domanda "che cosa fai nella vita?", e non perché ti è stata posta in francese: ti è capitato ieri, così interpellato da un gentile vicino di casa parigino, al mare a Mentone.

Attimo di panico, sudore e disorientamento, mentre il suo sorriso attende una tua risposta. Pensi. Trentotto anni di contributi previdenziali, e che cosa sei, ora? Chi sei tu, ora, quale mestiere incarni, dei tanti, retribuiti e non, appassionanti o deludenti, cercati o subiti?

E quali passioni, quali aspirazioni, realizzate, vagheggiate o abbozzate? Che cosa ti è rimasto, delle tante figure, dei ruoli che hai interpretato in quarant'anni? Un istruttore di nuoto, un traduttore, un educatore, un esperto di marketing, un capo del personale, un pubblicista, un responsabile di organizzazione, un romanziere, il più giovane dirigente di una multinazionale, un poeta, un cacciatore di teste, un tagliatore di costi, un direttore d'azienda, un responsabile di organizzazione, di sviluppo risorse umane, di relazioni industriali?

Un padre, magari? Già, un padre soprattutto, forse. Ma il parigino vuol sapere del lavoro. È il mestiere che fa il monaco.

Balbetti, dietro l'alibi della lingua straniera: "Direttore in un'azienda". Facile, lo sono da venticinque anni. Non basta, al parigino. "Già, ma in che ambito?", insiste. "Energia", ti sorprendi a rispondere secco, pur non occupandoti di megawatt in senso stretto da anni, certo di non dire una bugia.

Rifletti che "energia" potrebbe essere il titolo della tua storia di vita e di lavoro. Senza tale dote, nulla avresti fatto e oggi arrancheresti dietro il miraggio di un'irraggiungibile pensione. Ti riprometti di spiegargli meglio un giorno, nel tuo zoppicante francese, che cosa intendevi.

Forse anche lui ti risponderà, allora, di occuparsi di energia a sua volta.
Teresio Asola