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Delicatezza e dinamismo nell'arte di Balla ad Alba: non è solo Futurismo

ALBA

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FRANCESCA MARTINO - La Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero di Alba rende omaggio a Giacomo Balla partendo dalle origini torinesi dell’artista e disegnando splendide geometrie di fruizione democratica dell’arte. La mostra è ad accesso libero e permette un’immersione di grande pregio nel magma culturale novecentesco.

Il titolo dell’esposizione è FuturBalla: il modo in cui l’artista firmava le sue opere del periodo futurista, quello per cui è celebre. La mostra ha proprio lo scopo di rallentare la velocità della crasi di quella firma: sommando Futurismo e Balla si scoprono frammenti inediti della personalità di un grande artista.

“Il tutto è maggiore della somma delle sue parti “– per scomodare Aristotele – è lo spirito con cui affrontare la visita: Balla non è “solo” Futurismo.

Giacomo Balla nacque a Torino nel 1871 e in terra piemontese ebbe la sua formazione artistica. In una Torino appena privata del titolo di capitale, Balla allenò il suo sguardo presso il tipografo Pietro Cassina e i fotografi Bertieri.

Quello sguardo capace di scomporre la realtà e di ricomporla ingannando tempo e spazio si spostò poi a Roma, dove visse gli anni del Futurismo, movimento fondato da Marinetti nel 1909 e a cui Balla aderì con entusiasmo.

La mostra, curata da Ester Coen, è un ripensamento del concetto di scomposizione di spazi e colori: valorizza le origini piemontesi di Balla e al contempo si apre al mondo, proprio come fece l’artista.

Costituita da un centinaio di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, dal Museum of Modern Art di New York e dalla Tate Modern di Londra, rende la provincia di Cuneo un tassello nel cammino dell’artista, in mezzo a Roma, Parigi, Düsseldorf, esposizioni universali e teatro sintentico.

A dare il via all’esperienza della visita un accurato filmato, in grado di offrire una ricca cornice interpretativa all’esposizione. Le figlie del pittore, Elica e Luce, sono le prime figure a indirizzare il percorso e dimostrano come l’attacamento del pittore alle sue tematiche di riferimento sia estremamente poetico, non banalizzabile nell’equazione Balla = Futurismo = Fascismo.

Opere di grande delicatezza verso gli esclusi della società, leggiadre figure dell’aristocrazia romana, rondini in movimento e colori irridescenti avvolgono il visitatore, rendendolo in grado di comporre la sua personale lettura dell’artista.

Una volta usciti vi rimarranno negli occhi l’iconico “Dinamismo di un cane al guinzaglio”, un amalgama di colori e la sensazione di ammirazione che trasmette chi ha provato a fermare sulla tela l’utopia del movimento.

La delicatezza del ritratto “Il dubbio” vi tornerà in mente per mettere in discussione le vostre certezze in campo artistico.

La mostra è visitabile, gratuitamente, fino al 27 febbraio.

Siate dinamici, non perdetela.

Francesca Martino

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