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Così i ragazzi dell'Itis di Cuneo prendono coscienza del cambiamento climatico

CUNEO

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Si è tenuta all'Itis Mario Delpozzo di Cuneo la conferenza che ha visto come protagonisti il geologo Andrea Minutolo, affiancato dal professor Bruno Piacenza e da quattro ex studenti dell’istituto. Il primo argomento della serata è stato il progetto Captor, illustrato dal geologo Andrea Minutolo, che consiste nella misurazione dell’ozono attraverso il posizionamento di 20 sonde in diversi territori del Nord Italia, sia urbani che rurali, con la finalità di controllare e mettere a confronto i dati ottenuti.

Viene quasi spontaneo, però, pensare che l’ozono non sia così pericoloso quanto altri inquinanti, tra cui il pm10 o l’anidride carbonica (decisamente più conosciuti). Tra i principali effetti dell’ozono troviamo irritazioni e problemi respiratori: perciò, tanto più elevata è la concentrazione di ozono, quanto più aumenta il rischio di contrarre problemi alla salute. Il limite annuale di concentrazione di ozono in atmosfera (120 µg/mᶾ, media su 8 ore) è stato superato nel 2017 del 70% delle centraline dell’Arpa in tutto il Piemonte.

Nello specifico, tali sonde sono state posizionate presso le abitazioni di cittadini volontari per il progetto: nel Cuneese, sono state coinvolte le città di San Pietro del Gallo, Peveragno, Carmagnola e Boves. Il confronto dei dati ottenuti ha chiaramente dimostrato che l’ozono si sviluppa maggiormente nelle aree rurali: tale fenomeno accade proprio perché in campagna l’ozono riesce a svilupparsi più facilmente grazie alla maggiore presenza di luce solare, la quale funge da catalizzatore a favore della formazione di ozono e grazie all’assenza di inquinanti tipici delle città che lo consumano. Le alte concentrazioni di ozono causano circa 3000 morti l’anno e, se sommati ai decessi provocati dagli altri inquinanti, le spese per la sanità ammontano ad una cifra compresa tra i 50 e i 150 miliardi di euro annuali.

Dopo l’intervento di Andrea Minutolo, sono intervenuti quattro ex studenti dell’Itis (che hanno dato l’esame di maturità lo scorso anno), presentando le proprie tesine sull’acidificazione dei laghi alpini e l’inquinamento da ozono. Altri alunni hanno presentato i dati delle analisi effettuate sulle acque dei laghi Malinvern, Sella Soprana, Sella Sottana e Fiorenza, dimostrando con successo che alcuni laghi sono più suscettibili alle precipitazioni acide e si acidificano facilmente. La suscettibilità, come da loro spiegato, dipende molto da tipo di suolo su cui giace il lago: se il suolo è siliceo, la suscettibilità risulta minore, mentre se è calcareo la suscettibilità aumenta.

"È stata una conferenza molto stimolante ed interessante - ha detto l’alunna di chimica Nevia Giordano - perché si tratta di tematiche estremamente attuali e di pericoli che possono essere evitati solo grazie all’informazione della popolazione; bastano piccoli gesti, come un minore uso dell’automobile o una riduzione degli sprechi, al miglioramento delle condizioni di salute dei viventi e delle condizioni climatiche del pianeta. Il cambiamento e il miglioramento partono devono partire da noi cittadini".

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