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Chi si candida sindaco parli chiaro su Fondazione, banche e territorio

CUNEO

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MAURO MANTELLI - La conclusione positiva delle trattative iniziate molti mesi fa, quando era ancora in carica il precedente Consiglio di amministrazione, tra fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Ubi Banca per la cessione a quest'ultima della partecipazione azionaria della fondazione nella Banca Regionale Europea, è sicuramente una buona notizia.

È molto positivo che ci sia stata continuità di azione tra le due amministrazioni perché questa operazione non è importante solo sotto il profilo bancario .

E' la fondazione stessa, che trasformando la propria partecipazione nelle banche conferitarie nella proprietà del 5,29% delle azioni di un gruppo quotato in Borsa come UBI, svincola circa un quarto del suo patrimonio da una situazione di immobilità con scarsissimo rendimento e fa un passo avanti decisivo verso il modello di agenzia di sviluppo del territorio delineato nei documenti con cui si è chiusa la fase 2011/2015.

In sostanza si chiariscono i ruoli: Ubi Banca rappresenta uno dei più grossi gruppi finanziari italiani e risponde sempre di più alle regole di solidità che le cosiddette'banche del territorio' spesso non riescono più a garantire.

La fondazione, che da un lato rafforza il proprio patrimonio con 120 milioni versati da UBI alla fondazione oltre alle azioni, assume un ruolo importantissimo in una delle banche più importanti dando, potenzialmente, anche più forza al territorio su cui la fondazione opera.

L'agire della fondazione diventa assai più flessibile e dedicato a produrre risorse per l'innovazione di cui c'è grande bisogno in questa provincia.

La forza di queste ragioni è tale che anche coloro che non tantissimi mesi fa, parlavano di attentato. agli interessi della provincia di Cuneo, terrorizzati dalla fine di ogni possibilità di influenza sulle scelte di politica bancaria causa della sparizione di alcuni posti in Consiglio di amministrazione, oggi abbiano dovuto cambiare repentinamente idea.

Ciò conferma che una delle debolezze principali della classe dirigente locale è quella di essere assai spesso avulsa dal merito dei problemi ed esclusivamente attenta al futuro di pochi personaggi.

Ora tocca al terzo soggetto: la politica, gli enti locali, l'insieme dei soggetti che dovrebbero pensare al futuro di questa area del paese potenzialmente così ricca di opportunità, devono misurarsi con questa realtà in trasformazione.

La fondazione-agenzia di sviluppo da molti anni propone, suggerisce stimola la crescita di una cultura di programmazione e progettazione che guidi L'utilizzo dei fondi derivanti dalla valorizzazione del patrimonio di un miliardo e mezzo di euro gestito dalla Fondazione verso politiche economiche, sociali e culturali innovative ed inclusive.

Se, come spero, il referendum del 16 ottobre confermerà la riforma della Costituzione votata dal Parlamento, superate definitivamente le Province, bisognerà mettere mano ad un nuovo disegno delle dimensioni territoriali ottimali per la gestione dei diversi servizi.

A Cuneo, capoluogo di provincia, l'anno prossimo si vota per il rinnovo del Consiglio comunale. Questa città non è abituata al dibattito pubblico. Articoli, interventi, discussioni, sono spesso un insieme di soliloqui.

Non ci si ascolta, si è convinti che le scelte debbano basarsi su colloqui individuali, discussioni di cui si ha eco in alcuni bar, magari anche sotto i portici.

Insomma, una vita politica più strapaesana che cittadina.

Se io potessi dare un consiglio a chi intende candidarsi, o già si è candidato ufficiosamente alla carica di sindaco, suggerirei di scardinare con molta assertività e coraggio, questa metodologia del discorso esclusivamente tattico e personalistico.

Questo tema del rapporto fra mondo bancario, Fondazione, enti locali, associazioni varie e politica costituisce  l'argomento su cui chi si candida a governare la città può caratterizzare la sua proposta e la sua presenza.

Senza discussione anche accesa, anche polemica su come sia meglio valorizzare le nostre risorse, non si farà mai innovazione.

In politica bisogna essere visionari e pragmatici, costruire scenari innovativi e cercare le risorse per attuarli, creare una narrazione del futuro forte e dai contorni chiari, perché profondissima è la crisi in cui siamo immersi da anni e la nottata va affrontata con grande coraggio.

Mauro Mantelli, già consigliere di indirizzo della fondazione Crc

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