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Le origini e la storia della Fiera di Santa Lucia di Ceva che inizia mercoledì 12

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - L’antica Fiera di S. Lucia di Ceva, in provincia di Cuneo, che si svolgerà nella giornata di mercoledì 12 dicembre 2018 ha origini molto antiche che risalgono al lontano medioevo.

La prima attestazione conosciuta riferita a tale evento, risale al 1351 ed è in un documento con cui l’allora sindaco di Ceva, invitava il sindaco di Moncalieri in occasione delle fiere di San Bartolomeo e di Santa Lucia. Da sempre uno degli aspetti peculiari di Ceva è stato il commercio, favorito dalla sua posizione geografica, che consentiva, oltre allo smercio dei prodotti locali, anche le trattative per tutto quanto poteva provenire dal vasto territorio che faceva capo alla città.

Era inoltre un punto quasi obbligato di transito dalla Liguria al Piemonte e viceversa, per tutta una serie di derrate di provenienza lontana, comunque non tipiche del posto, quali il sale, pesce di mare, olive, olio, agrumi, spezie e stoffe orientali, riso, zucchero, ecc. Nell’ottocento, nel corso dell’anno a Ceva, si contavano ben cinque fiere: il 5 maggio, il 13 luglio detta “Fiera di San Clemente”, il 25 agosto, il 19 ottobre e l’ultima il 13 dicembre, la “Fiera di Santa Lucia”.

Si tenevano ben tre mercati durante la settimana: il martedì, il giovedì e il sabato, mentre quello dei bovini veniva organizzato tutti i giovedì di aprile, maggio, giugno e luglio nel popolare quartiere del Borgo Sottano. Quasi certamente la “Fiera di Santa Lucia”, che ancora nei primi anni del secolo scorso si prolungava per undici giorni fino alla vigilia di Natale, venne istituita perché coincideva con il periodo in cui terminava il ciclo di essicamento delle castagne, uno dei maggiori prodotti che caratterizzarono da sempre l’economia agricola dei nostri luoghi.

Le castagne secche o bianche, erano immesse sul mercato verso i primi di dicembre e sicuramente erano il prodotto principale che caratterizzava la fiera e la collocazione fisica dei venditori, era sulla piazza del Municipio. Dopo i primi decenni del novecento, con i primi abbandoni delle zone di montagna, alcune malattie del castagno e la conversione a terreno da pascolo di molte aree boschive, si assistette alla perdita del ruolo strategico della castagna nell’economia agricola montana.

La “Fiera di Santa Lucia” venne così ad assumere progressivamente un carattere più indeterminato. In particolare riguardo venne comunque tenuto l’allevamento del bestiame, in special modo quello bovino con apposita regolamentazione dei relativi mercati, approvata dall’amministrazione comunale nel 1915, con l’abituale indizione di concorsi a premi per i capi migliori. Il settore delle macchine agricole ebbe in seguito un significativo incremento a partire dal dopo guerra fino ad oggi.

La manifestazione si divide ancora oggi in “Antica Fiera di Santa Lucia”, che riguarda il bestiame mantenendo la consuetudine di premiare gli esemplari qualitativamente eccellenti e “Fiera Mercato”, che riguarda l’esposizione degli ambulanti.  Fu all’inizio degli anni duemila l’artista cebano Tanchi Michelotti disegnò il logo della fiera che tutt’oggi è in uso. 

Sergio Rizzo

(Nelle foto: la rassegna zootecnica di una passata edizione della Fiera di S. Lucia a Ceva)

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