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Grafologa di Bra: "Noi siamo ogni lettera che scriviamo"

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Laura Recalenda è una bella signora sulla quarantina, alta e dal portamento fiero. Il suo volto è dolce, ha lineamenti regolari, carnagione chiarissima e occhi scuri, profondi, con taglio a mandorla, orientali. Invece è nata a Fossano, in provincia di Cuneo, e abita a Bra da tanto tempo.

“Sono molto legata a Bra, la considero la mia città. E' ricca d'arte, di manifestazioni ed è ben curata. Durante "Cheese" mi diverto a fare un po' da guida agli amici forestieri e se incontro turisti mi piace fornire loro informazioni. Sono anche soddisfatta dell'istruzione scolastica che ricevono le mie tre figlie".

“Come si chiamano?”. Leggo nel suo sguardo tenerezza ed orgoglio. “Sono tre: Beatrice di 17 anni, Rebecca di 13, Virginia di 9.”

La particolarità di Laura è la sua professione: consulente grafoanalista e consulente grafopedagogista. Incuriosisce e inquieta allo stesso tempo il fatto di trovarsi di fronte una persona che può leggerti, che attraverso l'analisi della scrittura può dedurre le caratteristiche psicologiche del soggetto.

“Raccontami il tuo percorso di studio”. "Dopo le magistrali, ho ripiegato su biologia, avrei preferito psicologia, però la facoltà più vicina era a Padova. Ma non ho mai abbandonato la passione per la psicologia".

“Come ti sei avvicinata alla grafologia?”

“Per caso, sulla rivista Psicologia contemporanea ho trovato la pubblicità del corso per consulenti grafoanalisti, organizzato dall'Anias (Associazione nazionale italiana per l'analisi della scrittura) che ha sede a Torino. Così l'ho frequentato, insieme a quello per consulente grafopedagogista.

“Qual'è la tua specializzazione?”

“Sono grafologa, con specializzazione in ambito giudiziario, quindi col titolo di perito grafologo a servizio della giustizia".

“In cosa consiste la tua professione?”

“C'è da distinguere tra l'incarico stragiudiziale, che arriva da privati e l'incarico in via giudiziale, che può venire dal tribunale. Nel primo caso per sapere se un documento è davvero scritto da una persona, oppure per individuare chi possa averlo scritto. Per esempio: un testamento è davvero stato scritto dalla zia Maria oppurre qualcuno l'ha falsificato? Invece, nel caso di ricezione di una lettera anonima, la persona che ha dei sospetti mi chiede di verificare se chi sospetta ne sia davvero l'autore. L'incarico in via giudiziale, invece, in veste di consulente tecnico d'ufficio. Quindi, fungo da consulente tecnico, in sede civile, oppure da perito, in sede penale, di un giudice, di un pubblico ministero al quale serve controllare l'autenticità di una scrittura. Altrimenti, sempre in ambito giudiziale, sono consulente tecnico di una delle due parti implicate nella causa".

La osservo mentre parla, così precisa e corretta, quegli occhi scuri penetranti, marcati da una linea netta di eyeliner nero, che volge all'insù, proprio come alla ricerca della verità. “Mi sembri una detective, una sorta di Sherlock Holmes che scruta nell'animo umano!”

“Infatti ho la passione per l'indagine, perché l'approccio corretto all'analisi della scrittura, ai fini peritali, è sempre quello investigativo. Quindi, mettersi nei panni di chi ipoteticamente ha scritto rende più facile arrivare alla verità.

“Come avviene l'indagine?”

“Immaginando il gesto grafico mentre viene tracciato. Non basta la misurazione della scrittura. Ingrandisco la scrittura su uno schermo, o su un foglio, e poi con uno strumento grafico, o anche solo con il dito, ripercorro il gesto di chi ha scritto per rendermi conto di come la sua mano si può essere mossa sul foglio".

“Come ti regoli nel caso di una lettera anonima?”

“L'anonimografo ha una personalità ben precisa, che emerge dalla sua scrittura. E' sempre una persona aggressiva, ma anche codarda. Vuole fare del male a una persona, perchè ricevere una lettera anonima è devastante. Ho un nemico e non so chi sia. Ma l'anonimografo ha certe caratteristiche che ritrovo sempre nella sua scrittura. Di solito un po' la modifica mentre scrive, ma nella sua scrittura autentica trovo sempre tracce di aggressività esacerbata, non sana, sofferta e anonima.

“Come fai a stabilire che la scrittura sia proprio quella autentica?”

“Mi è capitato il caso di una persona che ha ricevuto diverse lettere anonime e i suoi sospetti ricadevano su una persona ben precisa, che le aveva scritto cartoline e biglietti d'auguri. Le ho confrontate con la lettera anonima: ad un profano parrebbe essere la stessa scrittura. Ma il soggetto non è così ingenuo, dissimula un po' la sua scrittura, e come tutti i dissimulatori non sa che segue una serie di regole che noi grafologi conosciamo. Modifica cose a noi conosciute, ma ne lascia tante altre. Senza accorgersene. Non solo micrografismi, ma anche l'andamento grafico, la rapidità scrittoria, l'inclinazione degli assi. Ogni tanto, la sua struttura reale gli scappa. Certi tremolii, certe macchie d'inchiostro ritornano".

Mentre mi mostra la sua lente, preziosa compagna di indagini, immagino tutto buio attorno e lei, china sul foglio, a cercare dove l'anonimografo si tradisce. Mi diverte paragonarla a un piccolo Hercule Poirot. "Ti capita di sbirciare la scrittura di persone sconosciute?”

“Ahimè sì. Se mi conoscono un po' si preoccupano. E' una deformazione professionale osservare le persone quando scrivono, mi interessa vedere come costruiscono la loro scrittura. Mi dice molto del tipo di pensiero che hanno. E' un interessante strumento conoscitivo.”

“Non ritieni sia un'indiscrezione?”

“Se lo divulgassi, sì”

“Però ti rendi conto che hai un'arma in più nei confronti degli altri?”

“Sì, me ne rendo conto. E la uso. Sono possibilista nei confronti degli altri e vado a cercare, invece, gli aspetti positivi. Non sempre palesi. Quando mi accorgo della capacità di stringere rapporti autentici, favorisco l'amicizia con quella persona. So che non mi deluderà".

“In che modo riesci a valutare?”

“Quando scriviamo, noi siamo quella lettera che stiamo scrivendo. La lettera successiva è l'altro. La facilità di collegare una lettera con quella seguente significa capacità di stringere rapporti con gli altri. L'analisi della scrittura a sbaffo, per me, è una bella conferma delle sensazioni che ho a pelle".

“Un caso importante?”

“Sono tutti importanti. Mi ha gratificata avere contribuito a risolvere il caso di una persona influente che aveva ricevuto una busta contenente un proiettile. Ma l'aspetto della mia professione più importante dal punto di vista emotivo è quando si tratta di autenticare la firma di un testamento, perché riguarda le ultime volontà di una persona. Può addirittura modificare il ricordo che i superstiti hanno di quella persona. Si va a toccare l'aspetto affettivo".

“C'è qualcosa che ti piacerebbe realizzare?”

“Si, coniugare la mia passione per gli animali con un lavoro. Una sorta di pensione per cani e gatti, ma anche rifugio per quelli più sfortunati. Per adesso, nei fine settimana, lavoro già come comissario di ring all'interno delle esposizioni canine".

“Cosa ti sta più a cuore?”

“La legalità: il rispetto delle norme e delle regole, anche di quelle più difficili da rispettare. Per vivere in un mondo migliore".

Fiorella Avalle Nemolis

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