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Boschi in provincia di Cuneo, un tesoro da gestire e non solo da contemplare

MONTAGNA

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Dodici milioni di ettari di territorio italiano. A questa enorme superficie - un terzo del Paese - guarda il nuovo Codice Forestale approvato oggi, venerdì 16 marzo, in via definitiva dal Governo. Non da mettere sotto una campana di vetro, bensì da gestire attivamente, con enormi vantaggi sociali, naturali e produttivi. Il testo andrà nei prossimi giorni alla firma del presidente Mattarella, prima di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale. L'iter è stato di oltre due anni: prima le consultazioni con tutte le componenti che si muovono lungo la filiera, poi la concertazione del testo e la prima approvazione in Consiglio dei ministri. Da ultimo i passaggi in Conferenza Stato-Regioni e l'esame delle Commissioni parlamentari competenti.

"La legge mette la natura al centro - spiega l'on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem -, la toglie dalla campana di vetro. Viene sancito il ruolo sociale e culturale delle foreste che ho voluto venisse introdotto nell'esame delle Commissioni. Il nuovo codice rinnova completamente il testo del 2001. Il punto centrale è che i 12 milioni di ettari di foreste italiane costituiscono un inestimabile patrimonio di biodiversità e paesaggio, ma anche fonte di benessere, salute e ricchezza per l'intera filiera bosco-legno-prodotti forestali, legnosi e non, attraverso una gestione attiva sostenibile e responsabile. La legge afferma l'esigenza della promozione e della tutela dell'economia forestale, dell'economia montana e delle rispettive filiere produttive, nonchè lo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali attraverso la protezione e il razionale utilizzo del suolo e il recupero produttivo delle proprietà fondiarie frammentate e dei terreni incolti o abbandonati. Sono cose che in Italia, e nelle montagne in particolare, si attendevano da decenni, e ora diventano legge. Una legge che assegna un ruolo importante alla nuova imprenditoria che si innescherà. Una legge che va letta in parallelo con quella sui piccoli Comuni che consentirà alle municipalità in forma associata attraverso le Unioni e le Unioni montane di innescare percorsi di sviluppo locale legati alla green economy".

"Il bosco torna ad avere un pieno valore - continua Borghi - in primo luogo in materia ambientale, in attuazione di quell'ecologia integrata sancita dalla Laudato Sì di Papa Francesco, degli accordi di Parigi sul clima, dunque per la lotta ai cambiamenti climatici. Non un patrimonio solo da contemplare, bensì da gestire efficacemente, con turni di taglio regolari, per evitare desertificazione, crisi idriche, dissesto idrogeologico". Il testo della nuova legge esalta così i "servizi ecosistemici-ambientali" che 12 milioni di ettari di bosco svolgono (con potenziali 90miliardi di euro di gettito) non solo per le aree montane, ma per le intere collettività, tutti i territori, in una rinnovata sussidiarietà ambientale e territoriale che va costruita tra poli urbani e aree interne del Paese".

Cosa prevede in sintesi la nuova legge forestale:

Delinea criteri innovativi di programmazione e pianificazione forestale;

Fissa i criteri minimi uniformi per le attività di gestione forestale, demandando alle singole Regioni l'onere di declinarli tenendo conto dell'estrema varietà degli ecosistemi forestali italiani;

Disciplina in modo nuovo la trasformazione di aree boscate in altra destinazione d'uso, mantenendo saldo il principio dell'obbligo di compensazione;

Individua i principi cardine per la promozione e l'esercizio delle attività selvicolturali di gestione, anche attraverso la pianificazione di piste utili ai lavori forestali;

Detta principi innovativi per facilitare e incentivare la gestione di superfici forestali accorpate, anche quando i proprietari siano molti e le superfici unitarie piccolissime;

Rilancia l'attività della filiera vivaistica forestale nazionale;

Pone il Ministero al centro di un coordinamento di Enti per la raccolta e la divulgazione di dati quantitativi e qualitativi sulle foreste.

 

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