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Biodistretto del Monviso: sarà di montagna o di pianura?

MONTAGNA

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ELISA AUDINO - Un successo di pubblico la serata di presentazione del biodistretto del Monviso, presso la sala consigliare dell'Unione del Monviso di Paesana, in provincia di Cuneo. Presenti i due patners principali del progetto, Parco del Monviso, con il pres. Gianfranco Marengo, e Scuola Malva, ente polifunzionale e centro di ricerca, formazione e divulgazione in agricoltura di Bibiana, con il pres. Dario Martina, il responsabile della ricerca Giulio Re e Lorenzo Grasso per la divulgazione e comunicazione. Tra le autorità presenti al tavolo di lavoro, i sindaci dell'alta Valle Anselmo per Paesana, Meirone per Sanfront e Lombardo per Ostana, oltre ai rappresentanti regionali Allemano, consigliere Regione Piemonte, Manavella per la Provincia di Cuneo, di cui è vicepresidente, e il sindaco di Saluzzo Calderoni.

Un progetto partito nei mesi scorsi su strade parallele: un'iniziativa popolare, a Calcinere, che aveva trovato nella minoranza Beccio i propri interlocutori principali, e, dall'altra, a Bibiana il pres. della Scuola Malva Dario Martina. Nel corso dei mesi a Paesana c'era già stato un incontro preparatorio tra quegli agricoltori, allevatori e operatori che già facevano biologico o che erano interessati alla conversione, mentre, dall'altra parte, Parco e Scuola Malva si apprestavano a diventare il collante dell'operazione. Ricerca di interlocutori e interlocutori che cercano dei referenti, a sommi capi. E un progetto che, alla fine, trova, comunque, un suo percorso.

Questa la premessa. Tra il pubblico, numerosi gli operatori, alcuni storici, come Bruno Bossa dell'Achillea, altri un po' più recenti, come Ivo Nicolino di Paesana, altri ancora allevatori di alta montagna, presenti con Giovanni Dalmasso, presidente dell'Associazione Difesa Alpeggi, o Elisa Tarasco, che a Pian Regina coltiva piante officinali.

Detratte le considerazioni tradizionali sul biologico e che ormai tutti conosciamo - sono quello che mangio, la quota di mercato che aumenta sempre di più, il biologico come fede, nel proprio territorio prima di tutto, perché implica anche un suo rispetto - alcune questioni sono emerse più di altre: i confini del distretto - un biodistretto di alta o bassa Valle?, del coordinamento, delle sovrastrutture necessarie e, a latere, della paternità dell'idea, che, appunto, ha visto muoversi energie differenti.

Quella sui confini è, forse, la prima questione che il biodistretto - la rete coordinata da scuola Malva e PArco del Monviso - si troverà a discutere, perché nel delimitare l'ampiezza del territorio i cui prodotti biologici potranno godere di un marchio comune, e quindi anche della relativa cassa di risonanza, poggiano le basi dello stesso distretto. Scuola Malva e Parco sostengono una volontà inclusiva e il presidente ha abbozzato come confine quello dell'ombra del Monviso, una vaghezza che dovrà certamente trovare nei prossimi mesi dei riferimenti più specifici.

"Ma l'ombra del Monviso - ha ribattutto Anselmo - può voler dire sia il mirtillo di Lagnasco sia quello di Revello o di Ostana, con proprietà evidentemente differenti, così pure bisognerà però convenire che, sempre Anselmo e questa volta con una velata polemica verso una frazione con un bacino elettorale che gli è da sempre avverso, 'qualcuno si è inventato la patata di Calcinere, ma non esiste: non è una varietà specifica: esiste la patata di montagna". Insomma: il biodistretto dovrà essere un distretto di alta montagna o potrà includere anche la pianura? La sinergia e i rimandi reciproci sono un vantaggio, rispondono Marengo e Martina. Ma la domanda rimane non del tutto chiusa.

Ancora, coordinamento e sovrastrutture: il Parco chiede agli operatori di andare alla montagna, cioè di essere portatori attivi di idee e di richieste, dal pubblico Elisa Tarasco confida in una qualche rappresentanza degli operatori, per facilitare comunicazione e informazioni che, soprattutto in una prima fase, potrebbero evitare eccessiva dispersione. E le strutture: manca in Valle Po una porta di Valle, come quella della Val Varaita, in cui mostrare e vendere tutti i prodotti locali, una porta che avrebbe trovato i finanziamenti grazie all'Unione del Monviso, risponde Anselmo: "Anche noi abbiamo delle idee".

Elisa Audino

(Nelle foto, il Consorzio per la valorizzazione dei prodotti agricoli di Calcinere, tra i sostenitori del progetto, e la serata di presentazione)

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