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Bella la serata de "Gli Amici della lirica di Ceva, Garessio e Magliano Alpi al Teatro Regio di Torino

MONDOVì

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SERGIO RIZZO - Gli Amici della lirica di Ceva, Garessio e Magliano hanno assistito al Teatro Regio di Torino alla rappresentazione dell’indiscusso capolavoro del melodramma risorgimentale Nabucco di Giuseppe Verdi.

“È stato un momento di grande pathos – ha spiegato Maria Angela Rizzon portavoce del gruppo,–  quando l’Orchestra del Regio di Torino  diretta dal Maestro Donato Renzetti, ha introdotto il Nabucco con le note celeberrime del «Va Pensiero», il Maestro, una delle più affermate bacchette a livello mondiale, non ha mai sbagliato mentre l’Orchestra ha saputo rispondere con altrettanta bravura ai suoi ordini appena accennati ma così imperativi e trascinanti, da incantare letteralmente il pubblico con applausi a scena aperta.

Oltre ai protagonisti tradizionali che hanno ripercorso il capolavoro verdiano con grande intensità di voce e d’animo, il Coro è stato l’altro grande protagonista che ha saputo portare alla luce le pagine più belle e sconosciute dell’opera. Dieci repliche, dal 15 al 22 febbraio e un solo commento: bravi!” Il Nabucco, opera monumentale, amatissima grazie alle maestose pagine corali quasi da due secoli impresse nella memoria collettiva del pubblico, è decisamente difficile da cantare e mettere in scena.

Segna anche l’inizio della grande carriera e della fama immortale di Giuseppe Verdi che, con questo titolo nel 1842 conobbe finalmente il successo dopo un periodo famigliare infausto (la morte della moglie e dei due figli) che influì negativamente sulla sua musica.

Fu l’impresario Bartolomeo Merelli a insistere e a proporre al giovane Maestro un libretto firmato Temistocle Solera, dal titolo di Nabucodonosor. Nel leggere il libretto, il suo occhio cadde sulle struggenti parole in cui il popolo di Israele piange il ricordo di Sion. I commoventi versi divennero con Verdi il coro «Va, pensiero, sull’ali dorate» immediatamente assurto a inno risorgimentale.

“Aldilà dell’aspetto immediato,– ha proseguito  Maria Angela Rizzon­ – il nuovo allestimento di Andrea Cigni sottolinea invece il dramma del singolo come motore dell’intera vicenda. E, lo stesso Cigni, sottolinea infatti che: “ è il senso di solitudine che con forza impone una riflessione meno scontata sul dramma umano”. Sulla scena infatti si intrecciano amore, comprensione e unità che vengono soppiantati da invidia, rancore, arroganza, rabbia. Il Teatro Regio, sabato scorso, in occasione della decima replica, ha veramente saputo tributare un grande omaggio all’Opera di Verdi. Applausi a scena aperta, autentiche ovazioni.

Al termine della rappresentazione il pubblico continuava con gli applausi chiedendo a gran forza il bis per il Coro della terza parte, le luci si sono accese come per dire no, non è possibile. Siamo usciti dopo tre ore di spettacolo, felici di aver assistito ad un’ opera immortale in attesa del prossimo spettacolo, con la promessa di rinnovare l’abbonamento per un momento di vera cultura”.

Sergio Rizzo

(Nella foto: Teatro Regio di Torino tratta da http://www.torinoggi.it)

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