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In ricordo di Attilio Parola di Fossano, memoria storica dell'Aido Cuneo

FOSSANO

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Riceviamo da Gianfranco Vergnano, presidente Aido provincia di Cuneo, un ricordo per Attilio Parola, ex presidente dell'Aido, morto domenica scorsa, a 65 anni, nella sua Fossano: "Abbiamo appreso come un dardo la più brutta notizia che ci potessimo aspettare. Spesso il destino cambia rotta senza preavviso, senza avvertire e senza darci anche delle risposte.

La notizia della morte di Attilio Parola è arrivata nel piccolo mondo del volontariato, e in special modo dell’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule), lasciandoci tutti attoniti, senza parole e con un grande vuoto. Attilio era la memoria storica dell’associazione a livello provinciale, da tempo presidente del gruppo intercomunale Aido di Fossano e da tempo noto per la sana goliardia e l’operosità.

Sempre presente agli incontri associativi e molto presente nelle attività che si svolgevano nella sua città ma anche su quella “Granda” che tanto amava. Era conosciuto da tantissime persone per la sua figura simpatica e curiosa, preso da molteplici interessi: dal Carnevale alle rievocazioni storiche, dall’impegno per il suo borgo e anche, se non soprattutto, per l’impegno nelle attività legate al dono. Era un generoso Attilio!

Sarà per noi volontari Aido un esempio da seguire e da imitare: una figura disponibile verso il prossimo con diversi significati, sia a livello morale ed etico, con la generosità e la fraternità a livello civile, con l’impegno nella comunità e nel sociale per cercare di migliorare, se non cambiare, il mondo e la realtà in cui viviamo.

Il presidente della sezione provinciale Aido di Cuneo Gianfranco Vergnano, ma anche i due vice presidenti Sergio Provera (vicario) ed Enrico Giraudo, unitamente a tutta la famiglia Aido con alla testa il presidente nazionale Flavia Petrin, nonché quello regionale Valter Mione, sono vicini a Vittorina, ai due figli Ivano e Michela e ai congiunti.

Per dare degna memoria al nostro amico, vogliamo dedicargli una poesia del poeta irlandese Seamus Heaney: Sit tibi terra levis Attilio!

Scavando

Tra il mio pollice e l’indice
sta la comoda penna, salda come una rivoltella.
Sotto la finestra, un suono chiaro e graffiante
all’affondare della vanga nel terreno ghiaioso:
è mio padre che scava. Guardo dabbasso
finché la sua schiena piegata tra le aiuole
non si china e si rialza come vent’anni fa
ritmicamente tra i solchi di patate
dove andava scavando.
Con lo stivale tozzo accoccolato sulla staffa, il manico
contro l’interno del ginocchio sollevato con fermezza,
sradicava alte cime e affondava la lama splendente
per dissotterrare le patate novelle che noi raccoglievamo
amandone tra le mani la fresca durezza.
Il mio vecchio potrebbe impugnare una vanga presso Dio,
proprio come il suo vecchio.
Mio nonno estraeva più torba in un giorno
di qualsiasi altro uomo su, alla palude Toner.
Una volta gli portai del latte in una bottiglia
turata alla meglio con un pezzo di carta. Si raddrizzò
e lo bevve, poi subito riprese a lavorare
intaccando e dividendo, mentre con piote
sulle spalle andava sempre più a fondo
in cerca di buona torba. Scavando.
L’odore freddo dei solchi di patate, il tonfo
e lo schiaffo dell’umida torba, i tagli netti di una lama
tra le radici vive si destano nella mia memoria.
Ma non ho una vanga per succedere a uomini come loro.
Tra il mio pollice e l’indice
sta comoda la penna. Scaverò con quella.

Seamus Heaney".

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