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Acqua in provincia di Cuneo: finora "localismo" e difesa dei posti nei Consigli di amministrazione!

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Tra gli addetti ai lavori è opinione corrente che con queste Amministrazioni, comunale e provinciale, dalle larghissime intese, sia altamente probabile che i cittadini della provincia di Cuneo debbano dire addio all’acqua pubblica. Anche se tutti, a parole, la sostengono.

La legge Galli del 1994 stabiliva che le Regioni, nel termine perentorio di 6 mesi, dovessero dividere il territorio in Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) e che in tali Ambiti, nel termine perentorio di ulteriori 6 mesi, fossero determinati (art. 4) i criteri di gestione del Servizio Idrico Integrato (Sii), ossia l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, nonché, senza soluzione di continuità, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.

A distanza di 24 anni, la Regione ha diviso il territorio in Ato - a Cuneo coincide con la provincia - ma l’autorità preposta non ha ancora deciso quali criteri di gestione debbano essere adottati. In altre parole, non è stato ancora deciso come scegliere l’azienda che dovrà gestire il servizio per l’intera provincia. Non solo: ma a 24 anni di distanza, nell’Albese, si è ben ancora lontani dall’aver istituito il Servizio Idrico Integrato, ossia nel dare alle acque quella gestione unitaria, dalla captazione alla depurazione, indispensabile per avere una visione completa e corretta della gestione di una risorsa vitale come l’acqua potabile.

Come le autorità dell’Ato, responsabili dell’organizzazione del Sii, abbiano potuto accettare questo fatto è una domanda alla quale nessuno sa rispondere. La motivazione di questo ritardo, di "soli" 24 anni nell’efficientissima provincia di Cuneo, è facile da spiegare: sta nel “localismo”, ossia nella difesa a spada tratta di ogni minuscolo spazio di potere da parte delle comunità locali, che hanno nelle Amministrazioni eletto i loro paladini.

Viene evidentemente giudicata una sciagura perdere qualche ambito posto nei vari Consigli di amministrazione, con i quali gratificare i propri concittadini che non possono avere incarichi di maggior rilievo. E magari anche qualche posto di lavoro da assegnare in loco. A 20 anni dalla legge Galli, in un soprassalto di riformismo, il governo Renzi, con il famoso decreto Sblocca Italia del 2014, ha invero tentato di imporre una accelerazione all’affidamento del servizio ponendo termini precisi alla scadenza delle concessioni.

Purtroppo la volontà riformatrice è ancora una volta entrata in collisione con il “localismo” dei cuneesi che, tra cavilli e proroghe, cronoprogrammi e consulenze, è riuscito a far spostare progressivamente i tempi della decisione. Ora sembra che questa sia stata definitivamente fissata nel 31 marzo 2018, nonostante l’opposizione di alcuni gestori privati che hanno proposto una ulteriore proroga, respinta, di 5 anni della situazione in essere.

Siamo finalmente arrivati al dunque? Parrebbe di sì, ma…

Guido Chiesa

(2-continua)

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